Il 110% non è un miraggio: chi può ancora usufruirne
Sì, il Superbonus 110% è ancora in vita, e non è affatto una leggenda metropolitana. Tra limature legislative, proroghe strategiche e condizioni da rispettare con precisione chirurgica, i proprietari di immobili possono ancora beneficiare di uno degli incentivi fiscali più significativi degli ultimi anni. Ma attenzione: la finestra è stretta e non consente errori.
Chi ha iniziato i lavori entro il 30 giugno 2023 e ha già speso almeno il 30% dell’intervento entro la fine dello stesso anno, può dormire sonni tranquilli: ha diritto a portare in detrazione anche le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025, almeno per quanto riguarda le abitazioni unifamiliari. Più flessibili, invece, le scadenze per i condomini e gli edifici composti da più unità funzionalmente indipendenti, che vedono il traguardo del 31 dicembre 2025 senza bisogno del famoso 30% entro il 2023.
Quali documenti servono per non perdere l’agevolazione
La burocrazia, si sa, non fa sconti. Per non rischiare brutte sorprese, è fondamentale avere tutto in ordine. In prima fila c’è l’asseverazione tecnica firmata da un professionista abilitato, che certifichi la conformità e la congruità delle spese. Subito dopo viene l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), da ottenere prima e dopo i lavori per dimostrare il salto di almeno due classi energetiche.
Non mancano poi le fatture tracciabili, i bonifici parlanti (da compilare con il rigore di un notaio) e le autorizzazioni edilizie. Dal 2023 è diventato obbligatorio il pagamento tramite bonifico parlante con causale specifica: un dettaglio tecnico che fa la differenza tra ottenere il bonus o restare a bocca asciutta.
Per agevolare la burocrazia digitale, molti comuni hanno attivato piattaforme online e sportelli dedicati. Infine, rimangono valide le modalità della cessione del credito e dello sconto in fattura: un’àncora di salvataggio per chi non dispone di liquidità immediata ma vuole comunque approfittare dell’incentivo.