L’estate 2025 non sta portando soltanto sabbia sahariana e temporali improvvisi, ma anche un aumento sensibile dei consumi elettrici. Colpa (e merito) delle ondate di calore sempre più lunghe e pesanti, che ci costringono a rifugiarci sotto l’ala refrigerante del condizionatore. Peccato che, se usato male, l’elettrodomestico preferito di luglio e agosto finisca per pesare sulla bolletta, sulla rete elettrica nazionale e – non dimentichiamolo – sul pianeta. A ricordarcelo, ancora una volta, è ENEA, che ha messo sul tavolo una serie di regole d’oro per raffrescare senza sprecare.
La sfida è passare da un condizionamento energivoro a una climatizzazione intelligente. Non si tratta di rinunciare al comfort, ma di trovarne uno sostenibile, tagliando sprechi e picchi di domanda che mettono sotto stress la rete elettrica. I primi numeri di Terna parlano chiaro: la domanda cresce. Tocca a noi, quindi, giocare la partita con scelte tecnologiche oculate e buone pratiche quotidiane.
Errori da evitare con il condizionatore
Il decalogo ENEA mette subito alla porta alcuni vizi estivi: temperature da Polo Nord impostate sul telecomando, filtri mai puliti, porte e finestre spalancate mentre l’aria fresca scappa via, apparecchi vecchi come un ventilatore anni ’80. Anche la posizione conta: se l’unità interna prende il sole o è infilata in un angolo senza ricambio d’aria, l’efficienza crolla. Il termometro ideale? 26 °C in modalità deumidificazione. Bastano per star bene e salvare il portafoglio. E, nota tecnica, una manutenzione annuale con controllo del gas refrigerante può evitare sorprese salate. La climatizzazione mal gestita, avvisa ENEA, può pesare per oltre il 30% dei consumi domestici estivi.
Tecnologie e strategie per raffrescare meglio
Qui entra in scena il lato tecnologico. Le pompe di calore inverter di ultima generazione, classe A++ o superiore, modulano la potenza in base alle necessità e possono ridurre i consumi di oltre il 25% rispetto a un climatizzatore standard. I termostati smart e i sistemi di controllo remoto permettono di accendere e spegnere l’impianto in modo mirato, evitando maratone energetiche a casa vuota. Poi c’è la climatizzazione passiva: isolare l’edificio, montare tende riflettenti, schermare i vetri esposti, pensare a tetti verdi o ventilati. Senza dimenticare il “trucco” della ventilazione naturale nelle ore fresche della sera.
A livello di sistema, il demand response – già sperimentato da Terna nell’industria – può alleggerire la rete modulando i consumi nei momenti di picco. La combinazione di rinnovabili, accumuli e gestione intelligente è la via maestra per un’estate fresca… ma senza blackout.
Fonte: Alessandro Petrone su rinnovabili.it