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Novità per l’APE: la cooperativa trentina che produce energia dall’acqua

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Una cooperativa trentina guida il cambiamento energetico con l’idroelettrico condiviso

In Trentino, l’acqua non è solo una risorsa naturale, ma anche motore di innovazione energetica. Con la nascita della CER del Sarca, la prima comunità energetica rinnovabile in forma cooperativa a produrre energia idroelettrica nella provincia di Trento, si apre un nuovo capitolo per il modello delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia. Un esempio virtuoso che unisce territorio, amministrazioni locali e cittadini.

Un modello cooperativo che unisce territorio e innovazione

Il cuore pulsante del progetto è la centrale idroelettrica sul rio Bedù di Pelugo, realizzata grazie all’impegno dei Comuni di Pelugo e Spiazzo. Un impianto da 3,8 GWh capace di soddisfare fino al 60% del fabbisogno energetico dei Comuni coinvolti. Ma il valore aggiunto è nella condivisione: la CER del Sarca si propone infatti di redistribuire localmente l’energia prodotta, coinvolgendo famiglie, imprese ed enti pubblici.

Nove i soci fondatori, tra cui il Bacino Imbrifero Montano Sarca Mincio Garda e diversi Comuni delle Giudicarie. Una rete territoriale forte, che ha scelto la forma giuridica della cooperativa a scopo mutualistico per garantire partecipazione democratica e gestione trasparente.

L’idroelettrico condiviso come leva per la transizione energetica

“L’obiettivo è diventare un interlocutore proattivo per il territorio, favorendo l’efficienza energetica e il consumo consapevole”, spiega Gian Luca Rosetti, presidente di Energy4Com, la startup che ha ideato e coordinato il progetto. “Il nostro modello – aggiunge – prevede un mix di fonti rinnovabili, puntando quando possibile sull’idroelettrico, in particolare quello di piccola scala”.

Un approccio replicabile, considerando che in Italia il potenziale idroelettrico è ancora ampiamente sottoutilizzato. Secondo uno studio congiunto TEHA-A2A, il repowering degli impianti esistenti e lo sviluppo di nuove centrali mini-idro potrebbe generare fino a 10 TWh l’anno di energia rinnovabile.

Oltre all’idroelettrico, la CER del Sarca prevede l’integrazione progressiva del fotovoltaico, con 48 impianti pubblici per una potenza prevista di 2,5 MWp. Un modello misto, resiliente, e soprattutto sostenibile.

La comunità guarda avanti, anche in chiave sociale: parte dei benefici saranno destinati a contrastare la povertà energetica, dimostrando che transizione ecologica e giustizia sociale possono andare di pari passo.

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