Commerciale 06-20192829 – 02-21103125 – Assistenza tecnica 06-83393766 – Email: assistenza@certificato-ape.it – Spedizioni 06-20192842

Direttiva Case Green: l’Italia rischia di saltare il traguardo del 2026

Direttiva Case Green: l’Italia rischia di saltare il traguardo del 2026

In questo articolo

Tags
Martedì 22 luglio 2025: il Consiglio dei Ministri mette il timbro sul disegno di legge di delega per il recepimento di diverse direttive europee – dal ciclo economico alla cybersicurezza, dalla protezione ambientale alla modernizzazione industriale. Un testo che dovrebbe tradurre in leggi nazionali le scelte dell’UE, ma che commette un errore grosso: non include la Direttiva Case Green, la normativa sul risparmio energetico negli edifici approvata dal Parlamento europeo nel aprile 2024. Un oversight che mette a rischio il nostro traguardo del 2026.

La Case Green non è una norma qualsiasi: è il pilastro per decarbonizzare i nostri edifici, un compito a cui l’UE chiede di impegnarsi tutti i Paesi membri – Italia inclusa – per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E il rischio ora è che non riusciamo a rispettare i termini: entro il 29 maggio 2026, dobbiamo presentare il piano nazionale di ristrutturazione progressiva del parco edilizio residenziale, con tappe precise al 2030, 2040 e 2050. Senza il recepimento nella legge di delega, questo traguardo rischia di saltare – e con lui, i nostri obiettivi ambientali.

Capiamo meglio: la direttiva impone obiettivi ambiziosi per ridurre i consumi di energia negli edifici residenziali. Rispetto al 2020, dobbiamo raggiungere una riduzione del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 – e il 55% di questa risparmio deve venire da quel 44% di immobili che oggi si trovano nelle peggiori classi energetiche (F o G). Per farlo, il piano nazionale deve spiegare chiaramente come ridurre i consumi di energia primaria nel tempo, quanti edifici ristrutturare ogni anno e quali misure usare per incentivare gli interventi di efficientamento. Ma senza la normativa che lo regola, tutto questo rischia di rimanere su carta.

La scadenza del 2026: perché è un punto cruciale per l’Italia

La data del 26 maggio 2026 non è casuale: è il termine entro cui l’UE chiede a ciascun Paese di definire una traiettoria chiara per la riqualificazione del parco edilizio. E per l’Italia, che ha un patrimonio edilizio vecchio (il 60% degli immobili è precedente al 1980) e spesso inefficiente, questo è un test importante. Se non riusciamo a recepire la Case Green a tempo, rischiamo non solo di violare le regole europee, ma anche di perdere il controllo su un processo che dovrebbe ridurre le emissioni di CO2 (gli edifici consumano il 40% dell’energia primaria nel nostro Paese) e migliorare la sostenibilità degli immobili – con benefici anche per i bollettini di riscaldamento e raffreddamento dei proprietari.

Tra le novità della direttiva, c’è anche il passaporto di ristrutturazione: un documento che traccia la storia dell’edificio e tutti gli interventi di riqualificazione effettuati. Gli Stati membri devono attuare un sistema per il suo rilascio entro 24 mesi dall’entrata in vigore della normativa, con l’obiettivo di creare un percorso strutturato che porti gli edifici a raggiungere lo standard di zero emissioni entro il 2050. Un tool che, in teoria, dovrebbe semplificare i processi per i proprietari e agevolare gli interventi di efficientamento – ma che rischia di rimanere inutilizzato se l’Italia non lo recepisce a tempo.

Nuovo APE e linee guida europee: cosa cambia per i proprietari

La Case Green prevede anche una riforma dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), il documento che indica la classe energetica di un edificio. Il nuovo APE dovrà essere conforme a criteri europei uniformi: dovrà mostrare in modo chiaro la prestazione energetica (espressa in kWh per m2 all’anno) e il potenziale di riscaldamento globale (in kg di CO2eq/m2), oltre a valori di riferimento come i requisiti per gli edifici a energia quasi zero o a emissioni zero.

L’APE avrà una validità massima di dieci anni, ma con una clausola importante: se un edificio riceve una classe inferiore alla C, il proprietario dovrà rivolgersi a uno sportello unico per ricevere una consulenza sulla ristrutturazione entro cinque anni dal rilascio dell’attestato o dalla sua scadenza – a seconda di quale data sia precedente. Un modo per spingere i proprietari a intervenire su immobili che consumano troppo energia, con il rischio di pagare più caro se non agiscono.

Per aiutare i Paesi a recepire la Case Green, la Commissione Europea ha pubblicato a giugno 2025 un pacchetto di linee guida tecniche e operative. Tra gli strumenti principali: un regolamento delegato per calcolare i livelli ottimali di prestazione energetica (adattati al clima e al patrimonio edilizio di ciascun Paese) e un regolamento di esecuzione per la trasmissione standardizzata dei dati all’Osservatorio UE del parco immobiliare. C’è anche un documento di orientamento con 13 allegati tematici, che approfondiscono aspetti come gli standard per gli edifici non residenziali, i certificati energetici, gli incentivi finanziari e le ispezioni sugli impianti.

Le linee guida prevedono anche un cambiamento sostanziale per gli incentivi: a partire dal 2025, si inizia a eliminare progressivamente quelli per gli impianti alimentati da combustibili fossili, con un bando completo entro il 2040. Invece, si favoriranno soluzioni come le pompe di calore, gli impianti solari termici, il teleriscaldamento efficiente e i combustibili rinnovabili come il biometano – utilizzabile anche su impianti esistenti senza modifiche. Una svolta verso l’efficienza, ma che l’Italia rischia di non cogliere a tempo.

Il messaggio è chiaro: l’Europa accelera verso la decarbonizzazione degli edifici, ma l’Italia rischia di rimanere indietro a causa di una mancanza di pianificazione. Se non si interviene presto, il traguardo del 2026 potrebbe diventare un ostacolo difficile da superare – con conseguenze negative per l’ambiente, per i proprietari e per la competitività del nostro Paese nel contesto europeo.

Vantaggi e sconti!

Registrati subito, inizia a raccogliere i PUNTI APEtuo® e convertili in sconto con Fidelity BASIC... già dal primo acquisto!

Raggiungi la soglia PREMIUM e accedi a fasce di sconto crescenti dal 5 al 15%
FIDELITY

ProntoimpiantoOK

Potrebbe interessarti

0
    0
    Carrello
    Carrello vuotoRitorna
    Paid Search Marketing
    Search Engine Optimization
    Email Marketing
    Conversion Rate Optimization
    Social Media Marketing
    Google Shopping
    Influencer Marketing
    Amazon Shopping
    Explore all solutions