La rivoluzione è servita, e ha il sapore di un futuro più verde, sicuro e sostenibile. Il 30 luglio 2025, la Conferenza Unificata ha acceso il semaforo verde per il nuovo Decreto Requisiti Minimi, un colpo di scena normativo che manda in soffitta il vecchio D.M. del 26 giugno 2015. Non un semplice restyling, ma una riscrittura totale, un manifesto per un’edilizia che guarda dritto agli obiettivi climatici europei, con un occhio al comfort e l’altro alla sicurezza.
Una Normativa con Vista sull’Europa
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con questo decreto, mette in pista la direttiva UE 2018/844, già recepita dal nostro d.lgs. 192/2005. L’idea? Dare una scossa al patrimonio edilizio italiano, allineandolo ai diktat europei di efficienza e sostenibilità. Non si tratta solo di numeri e calcoli, ma di un cambio di paradigma: il decreto riscrive da zero le metodologie per misurare le prestazioni energetiche, strizzando l’occhio al pacchetto “Fit for 55” e alla Direttiva Green (EPBD IV). L’edilizia, da Cenerentola energivora, diventa protagonista della transizione ecologica e digitale.
Un Pacchetto All-Inclusive per Edifici a Prova di Futuro
Il nuovo decreto non si limita a fare il compitino energetico. Si applica a tutti gli edifici, pubblici e privati, nuovi di zecca o da ristrutturare, e alza l’asticella su più fronti. Vuole calcoli energetici più precisi, un uso spinto delle fonti rinnovabili, e un’attenzione maniacale all’efficienza anche nei dettagli: ascensori, ventilazione, illuminazione. Ma non basta. Si parla anche di comfort interno, con norme sul benessere termo-igrometrico, e di sicurezza, con prescrizioni su sismica e antincendio. E poi c’è il capitolo mobilità elettrica: via libera a infrastrutture per la ricarica dei veicoli, perché il futuro non aspetta. Insomma, un approccio olistico che non lascia nulla al caso, con la sostenibilità come stella polare.
